venerdì 11 novembre 2011

TUTOR: ANNULLATA LA MULTA FATTA CON I CRITERI DELL'AUTOVELOX


Il giudice di pace di Casarano, con la sentenza 16 settembre 2011 n. 647,    ha annullato una multa per eccesso di velocità, elevata a seguito di rilevazione a mezzo del sistema "tutor", perché fondata sul criterio di abbattimento prudenziale della velocità del 5% previsto dal Dm 29/10/1997 per il diverso caso degli "autovelox".
La suddetta riduzione non può però essere applicata nei casi in cui la rilevazione sia operata con mezzi diversi dall’“autovelox” che consente di rilevare la velocità immediatamente; negli altri casi di rilevazione della trasgressione di “eccesso di velocità” (art. 142, Codice della Strada), non può essere applicato il criterio di cui sopra, ma una riduzione diversa, come precisato dal comma 3 dell’art. 345 delle disp. di att.ne del codice della strada. 
Infatti non può ritenersi apparecchiatura “autovelox” il "tutor" in quanto questo strumento consente di accertare le violazioni di “eccesso di velocità” attraverso il calcolo della media di velocità percorsa tra due postazioni, con la conseguenza che, per necessaria analogia con la media calcolata con mezzi diversi, al “tutor” deve applicarsi la riduzione prevista ex citato art. 345, comma 3° disp. att.ne.
Ciò comporta, pertanto, che debba essere applicata la riduzione “progressiva” del 5%, 10% e 15% e, poiché la legge prevede in ogni caso la necessità di effettuare una riduzione, questa va comunque applicata, ma, non conosciuto il suo criterio nei casi di rilevazione diverse dalle postazioni “autovelox” fisse e/o mobili, ne deriva l’impossibile corretta verifica del comma della norma ex art. 142 violato.
Qualora venga applicata tout court la sola riduzione del 5% nei casi di accertata violazione mediante calcolo della velocità media non vi è certezza dell’esatto accertato superamento della velocità massima consentita e, pertanto, in tale situazione la verbalizzazione effettuata è dubbia in quanto applicato un criterio (riduzione del 5%) non previsto per legge.
La sentenza, pertanto, afferma che "nell’ipotesi di specie, non potendosi esattamente conoscere l’effettiva violazione commessa, l’opposizione deve essere accolta, dovendosi applicare l’art. 23/12° comma legge 689/81".
 


 

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