venerdì 5 novembre 2010

LA MEDIAZIONE FAMILIARE: IL PARERE DELLA DOTTORESSA LUISA GATTO


La mediazione familiare è un tipo d’intervento volto alla riorganizzazione delle relazioni familiari e alla risoluzione o attenuazione dei conflitti in caso di separazione o di divorzio.
Il percorso di mediazione rappresenta una valida alternativa o complemento alla tradizionale via giudiziaria: il suo scopo è quello di consentire ai coniugi che scelgono di porre fine al proprio vincolo matrimoniale di raggiungere, in prima persona, degli accordi di separazione e d’essere artefici della riorganizzazione familiare che andrà a regolare la vita futura loro e dei loro figli.
Rivendicazioni, rancori, figli contesi e triangolati, sono questi gli elementi che caratterizzano spesso i rapporti tra coniugi che vivono una crisi da separazione. Questo tipo di servizio offerto alla famiglia in crisi si basa su di un presupposto essenziale, che lo differenzia da ogni altro tipo di intervento volto a risolvere le dispute: le persone, pur nel disordine emotivo/organizzativo che spesso accompagna una crisi coniugale, hanno la capacità di autodeterminarsi ed assumersi la responsabilità di decidere ciò che è meglio per loro, evitando di delegare ad un terzo, avvocato o giudice che sia, questo compito.
La mediazione, che raramente prevede la presenza dei figli (specialmente se piccoli) rappresenta anche il modo migliore per i minori di vedere tutelati i loro diritti, bisogni ed interessi: se, infatti, il mediatore non interviene mai in merito al contenuto degli accordi, sui quali soltanto i coniugi hanno diritto di parola (è la coppia in ogni caso che sceglie le problematiche da negoziare; è possibile quindi che essa senta il bisogno di portare in Mediazione solo alcuni dei temi che vengono tipicamente affrontati nell'ambito di una separazione) egli ha comunque il dovere di opporsi a quelle decisioni che con evidenza minaccino l'interesse dei bambini. Sono allora i figli, "i terzi assenti nel processo di mediazione", i beneficiari privilegiati di questo tipo di intervento.
La mediazione familiare si presenta allora come un aiuto concreto ai padri e alle madri che intendono ripensare in maniera intelligente e costruttiva alla riorganizzazione del ménage familiare, evidentemente destrutturato dalla crisi coniugale. In mediazione non ci si occupa del passato e dei motivi che hanno condotto la coppia alla decisione di separarsi, almeno che questi aspetti non servano effettivamente per costruire quel tavolo delle mediazioni che farà da base all'attività negoziale dei coniugi.
L'attenzione dei protagonisti si soffermerà soprattutto sui ruoli presenti e futuri e su tutti gli aspetti di gestione del nuovo assetto familiare. La mediazione familiare non è necessariamente rivolta alle coppie che hanno già deciso di separarsi: giacché servizio di aiuto in caso di conflittualità familiare, possono recarsi dal mediatore tutti coloro che vivono una situazione di conflitto in famiglia e che sentono il bisogno di trovare uno spazio neutro in cui confrontarsi per chiarire la propria posizione, le proprie idee, o ritrovare un proprio ruolo coniugale o genitoriale corroso dal tempo o da situazioni conflittuali. I coniugi in mediazione familiare sono stimolati a prendere in modo autonomo le proprie decisioni e ad essere responsabili del proprio futuro. Il presupposto di fondo è che nessuno meglio di loro sia in grado di prendere quelle decisioni che andranno a regolare ed organizzare la loro vita futura e quella degli altri membri del nucleo familiare. Il ricorso alla giustizia formale implica, invece, una posizione di delega passiva che limita lo spazio per l'esercizio della soggettività dei protagonisti della separazione.
La mediazione familiare mira a creare un setting specifico, uno spazio e un tempo "neutro" dove i coniugi abbiano la possibilità di "ripensarsi" come coppia, o come coppia che si separa ma che rimane unita nell'esercizio della funzione genitoriale. Il setting della Mediazione Familiare è specifico per una buona accoglienza e per favorire un clima di fiducia e parità tra i partner e tra questi e il mediatore. Tale ambiente facilita l'espressione delle emozioni e consente una positiva gestione della conflittualità, trasmettendo calma e serenità. L'organizzazione dello spazio ha, infatti, una funzione importante in quanto condiziona l'interazione tra gli individui: ad esempio, le stanze dove vengono effettuati i colloqui solitamente non prevedono la presenza di scrivanie, segnali di gerarchia, mentre le sedie vengono disposte a circolo, modalità che favorisce la comunicazione e l'interazione diretta. Attraverso un percorso strutturato e centrato sugli obiettivi, di negoziazione si giunge a degli accordi "ragionevoli e mutualmente soddisfacenti" su tutti gli aspetti inerenti al divorzio: modalità di affidamento dei figli, calendario delle visite per il genitore non affidatario, assegno di mantenimento, divisioni patrimoniali, spartizione dei beni ecc.
Luisa Gatto, psicologa (iscrizione all´albo N°03/10333)
Via Trieste 1- Lissone (MB)
Cell 3495295586
 

 

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