La Corte di Cassazione è tornata ad occuparsi del danno derivante da cosiddetta insidia stradale. E' la situazione che si crea allorquando, ad esempio, un pedone inciampa a causa di un avvallamento (non adeguatamente segnalato) della strada pubblica, riportando un danno fisico. Ebbene, al riguardo con la sentenza 6 ottobre 2010, n. 20757, la Suprema Corte ha stabilito che colui il quale intende far valere una responsabilità contrattuale o extracontrattuale della Pubblica Amministrazione deve dimostrare il nesso causale tra l'eventuale evento dannoso e l'insidia o trabocchetto, nascente da situazione di fatto, creatrici di un pericolo per l'utente della strada. Insomma, "in tema di danno cagionato da cose in custodia è indispensabile, per l'affermazione di responsabilità del custode, che sia accertata la sussistenza di un nesso di causalità tra la cosa ed il danno patito dal terzo, dovendo a tal fine, ricorrere la duplice condizione che il fatto costituisca un antecedente necessario dell'evento, nel senso che quest'ultimo rientri tra le conseguenze normali ed originarie di esso”.
Avvocato Diego Colangelo - Via Donizetti n. 2, Carate Brianza (MB). Contatti: 0362900685 - 3402622893, colangelodiego@libero.it, diegoantonio.colangelo@monza.pecavvocati.it (iscritto nell'Albo degli avvocati di Monza - iscritto nell’Albo Speciale degli Avvocati ammessi al patrocinio dinanzi alla Corte di Cassazione ed alle altre Giurisdizioni Superiori)
lunedì 8 novembre 2010
DANNO DA INSIDIA STRADALE: FONDAMENTALE ACCERTARE IL NESSO DI CAUSALITA'
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