lunedì 11 gennaio 2010

LA CORTE DI CASSAZIONE RICONOSCE IL DANNO AI GENITORI DEL NEONATO MALFORMATO A SEGUITO DELLA TARDIVA DIAGNOSI

La Corte di Cassazione con la sentenza 4 gennaio 2010 n. 13 ha riconosciuto il risarcimento del danno a entrambi i genitori per la tardiva diagnosi di una malformazione fetale del proprio figlio. La donna, una volta fallita la tempestiva diagnosi, aveva perso la possibilità di seguire la strada dell'interruzione volontaria della gravidanza. La nascita indesiderata, ha spiegato il collegio, ha quindi determinato una radicale trasformazione delle prospettive di vita dei genitori i quali si sono trovati entrambi a dover affrontare grandi sacrifici. Di qui il riconoscimento del danno anche al marito.
Questa pronuncia, in linea con l'orientamento precedente della stessa Corte, ha posto le proprie basi sul seguente consolidato ragionamento. In caso di gravi malformazioni fetali, posto che: a) si assume come normale e corrispondente a regolarità causale che la gestante, se informata correttamente e tempestivamente sulla gravita delle patologie cui va incontro il nascituro, interrompa la gravidanza; b) il difetto d'informazione da parte del medico per omessa diagnosi prenatale impedisce l'esercizio del diritto all'aborto, il medico che abbia omesso di diagnosticare rilevanti patologie del feto è responsabile dei danni, patrimoniali e non, conseguenza immediata e diretta del suo inadempimento.

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