giovedì 22 marzo 2012

LA CASSAZIONE TRASFORMA IN CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO IL RAPPORTO DI LAVORO TRA UN CALL CENTER ED UNA SUA LAVORATRICE PRECARIA

La Corte di Cassazione con la sentenza 21 marzo 2012 n. 4476 ha condannato una grande società del settore call center alla reintegra di una lavoratrice impiegata per ben 6 anni, dal 2001 al 2007, come “autonoma”. Per gli ermellini la natura di lavoro “a contratto” o “a progetto” non poteva essere sostenuta a causa del controllo “particolarmente accentuato ed invasivo” da parte dell’azienda.


La sezione lavoro della Suprema Corte ha, infatti, rigettato il ricorso della società datrice di lavoro, ribadendo che "elemento indefettibile del rapporto di lavoro subordinato è la subordinazione, intesa come vincolo di soggezione personale del prestatore al potere direttivo del datore di lavoro, che inerisce alle intrinseche modalità di svolgimento delle prestazioni lavorative e non già soltanto al loro risultato". I giudici hanno accertato come la lavoratrice "era pienamente inserita nell'organizzazione della società, utilizzando strumenti e mezzi di quest'ultima" e la sua attività "era sottoposta non tanto a generiche direttive ma ad istruzioni specifiche". Infine, "il concorso congiunto del sistema informatico, in grado di controllare l'attività deltelefonista in tutti i suoi aspetti, e della vigilanza dell'assistente di sala, mostrava l'esistenza di un controllo particolarmente accentuato ed invasivo, non usuale neppure per la maggior parte dei rapporti subordinati esistenti e quindi inconciliabile con il rapporto autonomo".

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