La Corte di Cassazione nella sua Sezione Lavoro ha affrontato nuovamente il tema del mobbing. Lo ha fatto con la sentenza n. 12048/2011, con la quale ha respinto la richiesta di risarcimento presentata da una dipendente nei confronti del proprio datore di lavoro. La ricorrente aveva lamentato che il datore di lavoro le avesse lanciato lo stipendio sulla scrivania e che, in un altro episodio, la consegna della retribuzione fosse avvenuta in un sacco di monetine.
Ebbene, la Suprema Corte ha ritenuto che questi episodi siano certamente biasimevoli ma non siano affatto sufficienti a far scattare il mobbing. Secondo i giudici di legittimità gli episodi riferiti sono sicuramente poco edificanti ma non danno la prova di un atteggiamento discriminatorio o persecutorio nei confronti della lavoratrice. Perché sia accertato il mobbing è infatti necessaria una molteplicità di comportamenti di carattere persecutorio, illeciti e prolungati con intento vessatorio.
Avvocato Diego Colangelo - Via Donizetti n. 2, Carate Brianza (MB). Contatti: 0362900685 - 3402622893, colangelodiego@libero.it, diegoantonio.colangelo@monza.pecavvocati.it (iscritto nell'Albo degli avvocati di Monza - iscritto nell’Albo Speciale degli Avvocati ammessi al patrocinio dinanzi alla Corte di Cassazione ed alle altre Giurisdizioni Superiori)
mercoledì 1 giugno 2011
INTERESSANTE SENTENZA DELLA CASSAZIONE IN TEMA DI MOBBING
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