mercoledì 13 maggio 2009

DUE PAROLE SULL'ITALIA "MULTIETNICA"

Avrei voluto e dovuto scrivere qualche giorno fa' ma, purtroppo, gli impegni di lavoro me lo hanno impedito.


Sono rimasto allibito dalle parole del Presidente del Consiglio che ha dichiarato: "No all'Italia multietnica!" Fortunatamente la CEI ha risposto che l'Italia è già multietnica.


Ormai è rimasta solo la Chiesa a fare opposizione dato che il Pdmenoelle non è in grado di fare politica, figuriamoci fare opposizione.


I giornalisti non hanno scatenato il putiferio che mi sarei aspettato. Del resto non si sono scomposti più di tanto nemmeno quando Matteo Salvini (il più demagogico dei deputati della Lega Nord, che ormai è diventata un partito di cadreghisti persino peggiore rispetto alla vecchia DC) ha dichiarato di volere istituire carrozze della metropolitana meneghina per soli italiani. In realtà, forse voleva dire per soli milanesi ma ormai a Milano ci sono più terroni che milanesi. E i giornalisti non hanno messo in croce neppure Cota (il deputato leghista che pontifica ogni giorno attraverso il TG1 insieme al collega del PDL Bocchino; quest'ultimo poi non so come possa avere il coraggio di proferire parola dopo la bufera giudiziaria che lo ha visto protagonista): Cota aveva dichiarato "sulla Pinar non c'è nessuna situazione di emergenza, nessuna dramma umanitario". C'è voluto un giornalista delle Iene per fare in modo che l'Italia si accorgesse che su quella nave c'era eccome un dramma umanitario: c'era una donna morta, c'erano uomini e donne allo stremo, senza cibo e acqua a sufficienza. Ma perchè Cota non è nato in Somalia?


La colpa, comunque, rimane dei giornalisti. Sono loro che non hanno scatenato la bufera quando Berlusconi ha ammesso candidamente di avere partecipato ad una festa per il diciottesimo compleanno di una ragazzina napoleana alla quale ha persino regalato una collanina del valore corrispondente ad una anno di lavoro per molti italiani. Persino sua moglie lo ha lasciato perchè ha dimostrato di essere un maschilista con manie di onnipotenza. In America non sarebbe durato un'ora come Presidente: dall'altra parte dell'oceano, infatti, ritengono (giustamente) che chi non è in grado di gestire la propria famiglia non può essere in grado di gestire una nazione.


E ora il Presidente Berlusconi se ne esce con una frase che sa molto di prefascismo: "no all'Italia multietnica".


L'Italia è per definizione costituzionale una nazione multietnica. Inoltre, ci sono almeno tre lingue ufficiali (italiano, francese e tedesco), i tratti somatici cambiano moltissimo da nord a sud (in particolare al sud è evidente lo strascico lasciato nei tratti della gente dalla dominazione araba) e ormai sono moltissimi gli italiani di origine africana o asiatica.


Ricordiamoci sempre che l'articolo 3 della Costituzione (scritta ben 60 anni fa') afferma che "tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali". Se l'Italia fosse stata 60 anni fa' o se lo lo fosse oggi una società monoetnica, monoculturale, monoreligiosa, monolinguista ecc., allora il predetto articolo non avrebbe ragione di esistere. E invece i padri della patria hanno previsto un'Italia dai mille colori, dalle mille tradizioni. Purtroppo non avevano previsto una classe politica come quella dalla quale siamo oppressi noi oggi.

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