venerdì 19 dicembre 2008

16 ANNI DOPO E' ANCORA TANGENTOPOLI

Quello che sta avvenendo in Italia in queste settimane mi riporta indietro di molti anni. Io ero poco più che un bambino ma ricordo bene Mani Pulite: il pool della Procura della Repubblica di Milano (formato dai magistrati Antonio Di Pietro, Piercamillo Davigo, Francesco Greco, Gherardo Colombo, Ilda Boccassini e guidato dal procuratore capo Francesco Saverio Borrelli e dal suo vice Gerardo D'Ambrosio), con un lavoro incredibilmente, difficile era riuscito a spazzare via la spazzatura della politica e dell'imprenditoria italiana.


Ricostruiamo la storia con l'aiuto di wikipedia.


Tutto era cominciato il 17 febbraio 1992. Il pubblico ministero Antonio Di Pietro chiese ed ottenne dal GIP Italo Ghitti un ordine di cattura per Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio membro di primo piano del PSI milanese. Chiesa era stato colto in flagrante dalla polizia mentre intascava una tangente da un imprenditore, che aveva chiesto aiuto alla polizia.


La notizia fece scalpore e finì sulle prime pagine dei quotidiani e dei telegiornali. Bettino Craxi, leader dello stesso PSI, con l'obiettivo di ritornare alla presidenza del Consiglio, dopo le elezioni politiche di primavera, negò, intervistato dal Tg3, l'esistenza della corruzione a livello nazionale, definendo Mario Chiesa un mariuolo isolato, una "scheggia impazzita" dell'altrimenti integro Partito Socialista che "in trent'anni di amministrazione a Milano, non aveva mai avuto un solo politico inquisito per quei reati".


Chiesa rivelò invece che il sistema delle tangenti era molto più esteso. Secondo le sue dichiarazioni, la tangente era diventata una sorta di "tassa", richiesa nella stragrande maggioranza degli appalti. A beneficiare del sistema erano stati politici e partiti di ogni colore, specialmente quelli al governo come appunto la DC e il PSI. Chiesa fece anche i nomi delle persone coinvolte.


Il 30 aprile la Camera dei deputati negò l'autorizzazione a procedere nei confronti di Bettino Craxi, uno degli inquisiti più celebri di Tangentopoli. Il giorno prima, Craxi si era presentato nell'aula e in uno storico discorso ammise di aver ricevuto finanziamenti illeciti ma si giustificò sostenendo che i partiti non potevano sorreggersi con le entrate legali e attaccò l' ipocrisia di chi all'interno del Parlamento sosteneva le tesi dei magistrati ma in realtà aveva beneficiato del sistema delle tangenti. Mentre il presidente della Camera Giorgio Napolitano, leggeva i risultati delle votazioni i deputati della Lega e del MSI insultarono i colleghi dandogli dei ladri e dei imbroglioni.


La mancata autorizzazione scatenò una reazione violentissima: diversi ministri del neonato governo diedero le dimissioni per protesta. Studenti dei licei romani manifestarono per le strade della Capitale, alcune Università furono occupate, in molte città le sedi del PSI furono assalite dai manifestanti; la stessa sezione nazionale in Via del Corso fu oggetto di una sassaiola, scongiurata da alcune cariche della polizia.


Nel frattempo nel 1993 iniziò il processo a Sergio Cusani. Cusani era accusato di reati collegati ad una joint venture tra ENI e Montedison, chiamata Enimont. Il processo fu trasmesso in diretta dalla Rai, registrando ascolti record: celebri furono gli accesi scontri verbali fra Di Pietro e l'avvocato di Cusani, durante i quali il magistrato impiegava il suo colorito linguaggio popolare, che ne aumentarono la popolarità e l'affetto della gente e sarebbero diventate una delle sue caratteristiche più famose.


Per quanto Cusani non fosse una figura di primo piano, nell'affare Enimont erano coinvolti molti politici di primo piano, molti chiamati a deporre come testimoni.


Il culmine del processo Cusani fu quando l'ex Presidente del Consiglio, Arnaldo Forlani, rispondendo ad una domanda, disse semplicemente "Non ricordo"; nelle fotocolor e nelle riprese video fatte dai giornalisti, Forlani appariva molto nervoso, e sembrava non rendersi conto della saliva che si accumulava sulle sue labbra; questa immagine assurse a simbolo del disgusto popolare per il sistema di corruzione. Bettino Craxi invece ammise che il suo partito aveva ricevuto 93 milioni di dollari di fondi illegali. La sua difesa, fu ancora una volta che "lo facevano tutti".


In giugno Aldo Brancher fu il primo manager Fininvest ad essere arrestato per tangenti. Il 12 luglio Silvio Berlusconi inviò un fax a Il Giornale, di cui era proprietario, ordinando di attaccare i magistrati del pool; ma Federico Orlando e Indro Montanelli si rifiutarono.


Nel 1994, Silvio Berlusconi entrò impetuosamente in politica (con le sue parole, "scese in campo") e vinse le elezioni. Il resto è storia moderna.


Tornando ai giorni nostri, nulla mi pare cambiato.


Ieri il culmine: la Giunta delle autorizzazioni della Camera ha respinto la richiesta di arresti domiciliari per Salvatore Margiotta. Gli arresti del deputato del Pd erano stata richiesti dalla procura della Repubblica di Potenza, nell'ambito dell'inchiesta sulle tangenti sugli appalti per estrazione del petrolio in Basilicata.


Le retate dei politici stanno proseguendo in tutta Italia. Dopo l’Abruzzo, la Basilicata con il fermo del deputato PD Margiotta e l’arresto dell’amministratore delegato della Total. Dopo la Basilicata, Napoli con l’arresto di due assessori PD e la richiesta di arresto per i parlamentari Italo Bocchino del PDL e Lusetti del PD.


Nel frattempo le Procure di Salerno e Catanzaro combattono tra loro, facendo a gara su chi è più cattivo dell'altro.

Come dice Beppe Grillo "l’Italia sta sprofondando in un letamaio e in Parlamento si discute della riforma della Giustizia. C’è bisogno della riforma della Politica, non della Giustizia".


Allora FORZA DI PIETRO! Oggi FORZA DE MAGISTRIS!

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