venerdì 23 maggio 2008

23 maggio 1992 - 23 maggio 2008

Giovanni Falcone


"Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l'essenza della dignità umana". (Giovanni Falcone)


Sedici anni fa veniva barbaramente ucciso un eroe italiano, Giovanni Falcone. La sua instancabile lotta alla mafia lo rende ai miei occhi un uomo straordinario. Provo un'enorme tristezza nel ricordare il modo in cui venne abbandonato da tutti prima del suo assassinio. Ma provo soprattutto rabbia nel rendermi conto che oggi, a distanza di sedici anni, nulla è cambiato: la politica non sostiene i magistrati che si schierano contro la criminalità ma, anzi, spesse volte li attacca, li accusa, li isola e, persino, li intimida. Mi riferisco, ovviamente, ai giudici Clementina Forleo e Luigi De Magistris ma anche ai moltissimi altri giudici che sono costretti ad operare, in condizioni difficili e nell'anonimato, contro strutture mafiose forti di capitali inimmaginabili e di un perverso sostegno politico. Allora Falcone e Borsellino: oggi quale altro giudice dovrà pagare per avere messo il naso negli interessi della mafia e della politica corrotta?


Ormai diamo per scontata una cosa che fa rabbrividire, ovvero che vi sia una commistione naturale tra la mafia e la politica. E' un'idea talmente diffusa che ormai lascia tutti indifferenti. Ciò è semplicemente folle: torniamo a scandalizzarci! Torniamo ad esigere che la politica, ossia quel potere dello stato che forma le leggi, risponda a criteri di assoluta trasparenza.


Nessun cittadino italiano deve più tollerare che un parlamentare o un consigliere regionale o un ministro oppure qualsiasi altro esponente della politica nazionale o locale, forte della propria posizione, possa permettersi di giudicare negativamente l'operato dei giudici: l'art. 101 della Costituzione repubblicana recita chiaramente che "la giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge".


Questo dev'essere chiaro a tutti: i giudici sono soggetti soltanto alla legge!


La politica non deve più potere influire sul lavoro dei magistrati: questo è il primo passo per iniziare un serio e definitivo repulisti di questo paese.

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