giovedì 31 luglio 2008

E' CONFIGURABILE UNA RESPONSABILITA' DELLE TELEVISIONI PER I DANNI PSICHICI ARRECATI AI TELESPETTATORI?

Il Moige, Movimento Italiano dei Genitori, che dal 1998 ha istituito un organismo di controllo (l'Osservatorio TV) avente il fine di tutelare i minori dai possibili cattivi effetti di una programmazione televisiva e cinematografica non adatta alla loro fruizione, testualmente afferma come sia "ormai dimostrato che le immagini e i dialoghi televisivi, cinematografici e i contenuti multimediali influiscono sulla crescita psicologica e sullo sviluppo emotivo dei minori. Oggi, che questi strumenti di comunicazione e svago sono una presenza quasi scontata nella maggior parte delle case, lottare per la qualità della programmazione e la sicurezza dell’utilizzo dei minori è un’esigenza sentita come importantissima dalla maggior parte dei genitori".


Verissimo. Eppure le televisioni continuano a trasmettere programmi palesemente diseducativi. In particolare trovo sempre di cattivissimo gusto trasmissioni come Lucignolo (Italia uno), Buona Domenica (Canale 5), L'isola dei Famosi (Raidue) e molte altre ancora. Trovo spesso di cattivo gusto pure un telegiornale, Studio Aperto (Italia uno), che spesso si riduce ad essere una replica della tv spazzatura rappresentata da Lucignolo.


Dice bene il critico Aldo Grasso “Lucignolo è il programma più brutto e più pretenzioso della tv italiana. Qualcuno penserà che in giro c'è di peggio. È vero. Ma «Lucignolo» ha questo di particolare: dopo ogni servizio, la cui raffinatezza indica da sola il livello di una civiltà, restiamo come storditi, esiliati dalla ragionevolezza e vittime di un qualche demone fanfarone: un tristissimo servizio sul ritorno di Lele Mora a Porto Cervo definito «Mora event» (anche lo squallore ha una sua grandezza) con interventi di Nathalie Caldonazzo, Stefano Masciarelli, Marco Balestri e Filippo del «Grande Fratello»; uno sul Billionaire, con Flavio Briatore e Simona Ventura; uno sul Twiga, con Daniela Santanchè e Adriano Galliani (ma per questi servizi Publitalia fattura?)”.


In questi programmi, come in molti altri, vengono trasmesse immagini oscene, di violenza, di maleducazione o di prevaricazione ad ore del giorno durante le quali anche i bambini più piccoli (e gli adolescenti più sciocchi) possono accedere alla televisione, senza un adeguato controllo da parte dei genitori.


I responsabili delle reti televisive, quando vengono invitati ad occuparsi maggiormente del ruolo educativo della televisione, solitamente rispondono che il mezzo televisivo non deve fornire alcuna educazione e che loro si limitano a fornire ciò che il pubblico dimostra di gradire.


Al che, solitamente, mi cadono le braccia.


Non è forse vero che le televisioni sono un “luogo aperto al pubblico”? Esattamente come in un ristorante il consumatore ha la facoltà di entrarvi (selezionando il canale di suo piacimento) e di ordinarvi ciò che più desidera (scegliere il programma preferito). Perfetto. Ma se in un ristorante il consumatore mangia qualcosa che lo fa sentire male può domandare un risarcimento danni per il cibo avariato servitogli. Lo stesso deve avvenire nei confronti delle televisioni che trasmettono programmi dannosi.


Certo, nel caso del ristorante si tratterà certamente di responsabilità contrattuale, essendosi stabilito un contratto tra il consumatore ed il ristoratore, mentre nel caso delle televisioni si tratterà verosimilmente di responsabilità extracontrattuale (ossia in assenza di contratto tra le parti). Per altro, vi è da dire che, nell’ipotesi di responsabilità addebitata a reti televisive Rai, (per le quali si paga il canone di abbonamento alla televisione) o a reti televisive a pagamento (es. Sky), si potrebbe ipotizzare una responsabilità contrattuale.


In ogni caso, sia che si tratti di responsabilità contrattuale che di responsabilità extracontrattuale, vale la pena di ricordare ai lettori che l’art. 2043 c.c. recita: "Qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno”.


Il danno ingiusto arrecato da certi programmi televisivi consiste in un evidente danno alla salute o danno biologico: esso consiste nella lesione dell'interesse, costituzionalmente garantito, all'integrità fisica della persona (art. 32 Cost.). E sussiste in presenza di una lesione fisica o (come nel caso che ci occupa) psichica della persona.


A parer mio, ma credo che fior di psicologi potranno confermarlo, alcuni programmi televisivi hanno il potere di influenzare la nostra psiche ed, in particolare, quella dei bambini e degli adolescenti. Trovo terrificante come alcune reti televisive cavalchino (quasi quotidianamente) le onde delle notizie relative ad adolescenti che vanno volontariamente (e stupidamente) incontro alla morte, straziando il proprio corpo con mix di droghe e alcool e poi, contemporaneamente, non si preoccupino di dare un modello a questi ragazzi ma, anzi, continuino ad offrire come unico punto di riferimento lo “sballo” ad ogni costo; il divertimento viene proposto come unica ragione di vita, le belle macchine, i soldi, la sessualità promiscua come qualcosa di assolutamente desiderabile; la violenza domina gran parte dei cartoni animati e dei film trasmessi.


Dato che le parole lasciano il tempo che trovano e io sono stanco di sentire sempre solo buoni propositi mai confermati, forse è giunto il momento di mettere le mani nei portafogli dei responsabili delle reti televisive: credo, infatti, che davanti a richieste di risarcimento danni (proporzionate al danno di volta in volta provocato) le televisioni sarebbero costrette a rivedere il loro ruolo.


Qualora, per esempio, si ricollegasse il gesto autodistruttivo di un ragazzo (quale, ad esempio, l’assunzione di pasticche di droga) alla visione di un programma televisivo, non esiterei a consigliare di domandare un risarcimento danni alla rete televisiva responsabile.


In tal caso i prossimi congiunti potrebbero domandare il risarcimento:


- del danno biologico, allorché le sofferenze causate a costoro dalla perdita abbiano determinato una lesione dell'integrità psicofisica degli stessi (se viene fornita la prova che il decesso ha inciso negativamente sulla salute dei congiunti, determinando una qualsiasi apprezzabile permanente patologia o l'aggravamento di una patologia preesistente);


- del danno patrimoniale, a seguito di accertamento che i prossimi congiunti siano stati priva­ti di utilità economiche di cui già beneficiavano e di cui, presumibilmente, avrebbero continuato a godere in futuro;


- del danno esistenziale (autonomo titolo di danno) o danno di relazione.


Per concludere riporto un pezzo di un articolo comparso su Repubblica il 4 gennaio 2007:  Emulano Saddam e si uccidono col cappio due bambini muoiono ripetendo l'esecuzione. L'impiccagione di Saddam Hussein ha causato due vittime minorenni: due bambini, dopo aver visto il filmato della sua esecuzione, hanno tentato di ripetere la scena, uccidendosi. E' accaduto domenica, in Texas, ad un bimbo di dieci anni, e il primo gennaio ad un altro piccolo di nove, in Pakistan. I genitori del bambino americano hanno dichiarato alle autorità che il figlio che stava cercando di imitare l'esecuzione di Saddam Hussein. Sergio Pelico, questo il suo nome, è stato trovato morto domenica nella camera da letto del suo appartamento di Webster, poco lontano da Houston.  La madre ha detto alla polizia che poco prima suo figlio aveva visto in tv il video con l'impiccagione di Saddam. "La nostra impressione è che stava sperimentando col cappio", ha detto il tenente della polizia Tom Claunch. Lo zio di Sergio ha detto che il bambino era vivace e curioso e non aveva motivi di essere depresso anche se aveva protestato per un regalo di Natale non arrivato. "Dopo aver visto in tv la scena dell'impiccagione aveva chiesto 'perché?' ", ha riferito Julio Gustavo, lo zio. Uno psicologo dell'infanzia, Edward Bischof, ha detto alla Abc che i ragazzini dell'età di Sergio amano sperimentare le cose che vedono in tv senza rendersi conto dei rischi”.


Le televisioni sono responsabili di ciò che trasmettono e sono altrettanto responsabili dei danni che arrecano alla psiche dei consumatori. A buon diritto, secondo il mio parere, questi ultimi hanno titolo per domandare ed ottenere un risarcimento per i danni subiti.

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